28 giugno 2012

Viaggio inesistente

Foto dal web

Certo, amico, vorrei viaggiare; ugualmente
ho paura del metallo spinto
dal calcolo indescrivibile.

Mi restano i vascelli. Altro metallo supponente.
Da come si regge quell’anfora di vetro
che pare una luna aperta in testa,
l’avventura matura equilibrio
solo nei colossi, ed è lenta.

Ma se potessi frequentare
le vene della terra, mi sposterei
di città in città, farei la fila al binario.
Il ticket come una profezia di vicoli
ciechi che mi vedono passare.

27 giugno 2012

O’e

Foto dal web - Overlooking- Killarney

La tua terra è leggera, senza sforzo
evade la lingua che sostiene.

Un lucernaio verde irraggia
il limbo saliente
sopra i piedi degli spiriti.

Quando canti
l’inesauribile radice esprime
la distanza scoperta.

25 giugno 2012

Donna persa



Quasi non fosse un lago azzurro
entra più vivo della rabbia
il cielo nel tuo occhio di pervinca
come sollecita il mese antistante
il mare.

Il mare che viene da ogni direzione
da me ti prende
un sonno profondo senza alcuna materia
tranne l’epoca in cui i pesci calzavano pinne
e senza fogli noi eravamo.

Oggi non saprei dire
a quante bracciate da te
mi hai preso di sabbia.

20 giugno 2012

Chi vede sente




Questo paese non compare dalle mappe.
E’ il dito del continente che lo indica
a pezzi. Nessuno teme la Nazione
dispersa. Dalla veduta aerea annoto solo
lo scheletro esibirsi.



Sta per uscire dal corpo
e vorrà coinvolgere i denti. Darà morsi
fintantoche la scossa apra alla veglia.



* * *



Forse dormire d’estate inietta
il sudore nei sogni. L’emostasi del
maestrale forma la costa nei capelli
e viene la sabbia a raccontarmi il telo.



Forse l’ombra ruota unta del tuo corpo,
stende l’olio e dirai qualcosa. Sta di fatto
che goccia a goccia, in mare compare
una strada percorsa da negri.



In ogni caso siamo completi
a volere apparire neri se il nero ci chiederà
quando verrà la neve per bene.



* * *



Il Sud ha i piedi roventi. Si vorrebbe alzare
la colonna montuosa. E scuote e scuote il dorso
picchia i muri. Li abbatte con un martello
provvisto di lenti cupe, è cieco.



Questo paese non si solleva se prima
non atterra. Il timore è che le ossa restino
sotto la frana dell’euro o, morsa,
scarnificata dalla sua stessa bocca,
la stella della b’orsa minore
non sposti il Nord.



* * *



Sulla sensatezza della partenza avrei da dirti
ancora qualcosa. L’alba di ogni notte
è la sera, ossia: quando tramonta
il corpo si alza il mistero
come dovere.



E tu vieni, quasi attratta, da un perché
i fianchi stanno alti sulla terra
e scossi
ondulati a regime dagli occhi
dalla parvenza di femmina
aperta dalla pelle.



* * *



Quindi si vive lo stento. Portatevi
al legno traditi dal cemento. Che pensate
dei serpenti? Che cosa chiedete
dal marciapiede alla camera da letto?
Non ho conosciuto i miei nonni ma
oggi ne vedo a bizzeffe bruciare i profeti.



Questo dice dei tradimenti. Mio nonno
era un cacciatore di tonni. Uno dei due:
Cassio o Bruto, che affonda il gancio
nelle carni in amore. La mattanza oggi
era meno grave ieri. Mi dice: da lontano si prende quel
che più serve. Nei Marines semper fidelis
è ciò che portò mio padre a Dachau
nella parte salva, alle fabbriche.



Ora un nome lo conservo
e nel mese più mariano del mondo
lo sento muto, semper fidelis l’eco.



* * *



Ora tu prendi il sole. Il sole ti rende coraggio.
In questo senso gli amanti fanno
l’impero che nessuno vede. Si legano
adagio i confini di un territorio di pelli.
Umide e lucenti, perché sia tu sia il sole
poggiate i capelli nel Tirreno.



Vorrei sentirti parlare ancora del figlio
e che il confine cadesse
prima che l’angelo mostri il muscolo
del sollevamento. Non ho che dirti
del battito,  solo che accelera quando sanguino. O, per
il largo spazio che si è fatto in casa ai pareri,
qualcuno viene a dirmi: sai, gode ancora.



Questo sarebbe un rumore d’inferno.

19 giugno 2012

Scattering


Rayleigh chiese ed ottenne il colore del cielo.

Aprì una finestra. La finestra è esempio
di entratura nel panorama. Ne spiega il perimetro.
Il suo davanzale è un orizzonte concreto
su cui poggiare occhi e braccia
prima del mondo intero.


Rayleigh era spazioso come il suo scrittoio
curatore della fisica nel portamento.
Vide il bianco ritrarre la nebbia
fino all’ombrello. Le onde
in quegli spessori, fanno le idee
di dio corporate in materia.


Rayleigh, chiedo cosa c’entri il condotto
scoperto - turba di scarico, malanimo,
prisma divisore -
con la dispersione delle parole,
nondimeno perché mi arrovello.


La lingua che lucida ore
senza riflettere.

18 giugno 2012

Dotate le mani


Sontuosa l’affabulazione del gluteo:
convince chi le va dietro senza chiedersi
perché dire amore è poi balbettare
in qualche caso oh sì dai.

Da qui inizia il deserto, nel senso di richiami,
appostamenti. C’è, uno o una, libertà oppressa
che prende le briglie dei sentimenti.

Era dicembre quando: pensi serva
vedersi ancora?
Avevi un alfabeto incerto, come di chi teme
la turbolenza dell’affetto. Detto,
ripeto, da cammelliere che ha perso la stella
nell’ultima tenda.

Una donna può apparire scoperta 
se all’alba svela il segreto.