22 agosto 2012

Enzo A. (Truciolo)


Enzo Avallone (Truciolo)
Avevi il passo orlato ma io ti ho visto cadere
cinedo nella luce catastrofica
che risparmia la grazia dell’ombra
al debole debole nervo:
nervo enfatico del femore o del dorso
crollato come un tulipano morente
che muore definitivamente.

Oro nei boccoli e saggina per le pupille
indagate dal vizio, oro l’entrechat e alto il salto
del gluteo avvenente
oro ovunque si riapra il tuo respiro
oro le narici oro le labbra oro le ossa perse
per l’acciaio bucato e sottile
strazio dal gomito in su.

18 agosto 2012

Il barcaiolo nell’equivalenza della darsena


Pescatore (elab. Ferdigiordano)


Gli scafi leggeri mostrano vigore nel ballo. 
Con la stessa pendolarità delle increspature
dimenano le chiglie.
                 Un tot di piccole creature
disassembla il fondo e porta via pezzi
di chiarore. 
                 Il riflesso 
dell’uomo a poppa è nell’asse istintivo
della lenza. La lenza insinua un taglio 
nell’ombra complessiva.
L’ombra, come uno scafandro,
tiene conto della pressione esterna. 
                 E’ possibile
vedere uccelli a vela volare da fermi.
Le braccia d’acqua hanno tendini verdi,
sciolti e morbidi. Se fossero solo alghe
lui non si massaggerebbe le braccia.
                  La vera figura del corpo 
bilancia i valori per lato. Immagino 
non si accorga dell’ora
per questo l’abisso dà uno strattone

- sollecita più che altro -, chiama a casa.