21 febbraio 2013

Ippocondria

Immagine dal web

Nasce da me un galoppo a spronbuttato
ventre a tetti e vola o scalpita lo zoccolo
del verbo sugli spioventi: ma niente è più
come le tegole. Terrazze: tutto piano e colmi
rimasti resti del cammin a mente nei panorami.
Tu vedi lontano
tu sei più lontano, ma vedi
dal punto in cui infossi
la cavalcata? Siamo gocciole da scoli, forse
da torri, ma abbiamo la stessa natura dei colmi:
copriamo dove sgocciola la parola 
sul suo primo davanzale: delle labbra avrei detto
anche: la finestra sulla gola fonda.
Mi diverte
scrivere in tanti sensi, in questo modo
non c’è secchezza. Il tono asciutto lascia 
durezza, corrode l’ingresso nel dialogo.
Questo di Simeone
mi colpì: “Egli andava a morire.
Spalancò le porte, / e non sul chiasso della vita, ma della
morte / sul regno sordomuto. E andava Simeone/
in uno spazio privo di spessore.” Brodskij mi
intenerisce, dice dell’Uomo che aveva visto l’Uomo
annunciato, il Deifinitivo, e uscì dal Tempio per
restare nel tempo. Brodskij (e altri) misura
la mia pochezza e lo amo (amo anche altri). 
Per questo penso
alle tegole ancora e non mi illudo
con s: non siamo consonanti, per troppo.
Inauguro qui 
la drammaturgia della vocale, il sospiro 
dell’opera: perso il coro smarrito
nei luoghi limitrofi a questo, ora il suono
è uno strumento: non nasce da esso, ma fra me e te
un rumore fa più scena del sospiro 
e se prego anch’io viene un nitrito a farmi
male dire ciò che ho sempre creduto solo
in vocazione libera.
Le parole non possono
volare che a stormi nè essere cordoli lassù:
nessuna mappa conduce all’i sola ma tante e tante
non àncorano e ancora e ancora
vie infinite l’e congiunge: via il numero
via la nota via i noti via i nodi via in un lampo
e tuono a martello sul chiodo fisso
- questa irritante definizione:
morto senza corpo ferito.

15 febbraio 2013

Guerra fondai





[Guerra: lotta tra stati, o all'interno di uno stato, condotta con le armi passate per gli uomini o con gli uomini passati per le armi.
2 estens. Azione volta a combattere elementi o situazioni considerati dannosi per la salute morale o materiale, purché non se ne disponga traffico lucroso.
3 fig. Divergenza, contesa fra individui o gruppi, volta a piegare il morale dell'avversario o a piegare l’avversario alla propria morale.
4 fig. Concorrenza commerciale spinta all'estremo; contrasto economico esasperato, collutt(u)azione monetaria.
• sec. XIII, prima e poi, praticamente](*)

Pertanto la guerra è un atto esigente macerie, un volano
di urla, ricoveri, carriere e corrieri spezzati.
E’ se la parola diventa acciaio puntuto
o se arroventa il gelo, rimpingua i fossi, interpone
tra udito e sparo il corpo; se accavalla le gambe
nelle pozze rosse; se celebra la mira con la pisside
del torace o il tabernacolo del cranio o qualsiasi bersaglio
in movimento. Se inaugura il cordoglio 
cancella il patronimico, diviene conto sotterraneo.
Ed è se un concistoro di energumeni dorati dimentica
che chi scavò quell’oro, scava la trincea
e chi lo gettò via dal collo, dal collo pende
e chi al collo ha ancora catene rozze è la razza
antecedente ad ognuno di noi.
            Scompaiano dalle vesti
il luccichio, il rombo, la peluria finalmente: - Signore!
fa' che mio figlio parli agli uccelli, ai pesci, alle trebbie, ai meli,
io ti aiuto col grido, finché posso.

(*)da:  dizionario il Sabatini-Coletti, liberamente reinterpretato (nda).


1 febbraio 2013

Li scompiglia




Seduta, ampia calma o tenta
attentamente aperta tra legno e fioritura
mimetizzata nel ramo esangue e morta fino a ieri.
Prova a sollevarsi punta dalla voce, leva
incessante tra chiamarsi e colpirsi.
È come un congegno ottico: mira
col sotterfugio dell’impatto segreto tra grazia
e rassegnazione.
So di averti incontrata
quasi per aria, in una radio, per un programma
di giochi, apparsa attesa e nubile: donna, la donna
senza piume la donna senza semina né adduzioni
tra gli angeli, scompigliati in genere.