Seduta, ampia calma
o tenta
attentamente
aperta tra legno e fioritura
mimetizzata nel
ramo esangue e morta fino a ieri.
Prova a
sollevarsi punta dalla voce, leva
incessante tra
chiamarsi e colpirsi.
È come un
congegno ottico: mira
col sotterfugio
dell’impatto segreto tra grazia
e rassegnazione.
So di averti incontrata
quasi per aria,
in una radio, per un programma
di giochi, apparsa
attesa e nubile: donna, la donna
senza piume la
donna senza semina né adduzioni
tra gli angeli,
scompigliati in genere.
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