1 giugno 2016

Bellanima



Quando si manifestò il cordoglio del deserto
la pozza era ormai allo stato di fango secco
e gli Angeli, poco meno che bachi,
nel bozzolo alla foce emettevano vapore.
Non c'eri tu, ma tu eri già la duna alzata dal vento.
Già una scia diceva il cammino e già
un respiro di metano raccontava che avresti
posseduto macchine e crisantemi.
Il ghiaccio si faceva continente e tu
fuori dal perimetro della neve eri leggerezza.
Quando la pioggia tornerà sul deserto e la pozza
riaprirà il suo abbeveratoio conteso
un nomade piegherà il lungo collo
alla vista del nuovo frumento. Seguirà il sintomo divino
da cui proviene - brivido di carne benedetta
scossa in ogni tendine - e prenderà per il fieno
almeno un puledro.
Tu sarai nel crine del vento, sarai il crine
e lo zoccolo della tormenta.
Quando - e solo allora - farai del pube una miniera,
verranno santi e diavoli tremendi
ed ognuno vorrà averti nella sua casa di frontiera
ma in nessun caso l'anima, per l'acuto mestiere
di doganiere, cederà di un palmo al tranello della questua.
Sii fiera del riso di oggi, sii fiera del respiro leggero.
Sarai fiera più che l'agnello.


Immagine dal web


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