Eravamo il pianeta e sopra io,
e su di me tu il cielo e ogni dio,
quelli scomparsi e gli altri
da venire ancora, e sopra tutto
si reggeva il cosmo intero,
più uno o due pensieri incessanti del tipo:
chi cederà tra l’occhio e l’enorme visione?
l’attenzione di un figlio di che libera noi?
Intanto mi prende la macchia notturna,
una specie di garza a grandezza naturale,
per lenire tutte le ferite di colui che canta
la sua condizione di starsene al buio
la sua condizione di starsene al buio
più che all’oscuro. Incide il motivo
che spinge l’orecchio supposto in cuore
a dare alla luce il suo aspetto migliore.
Adesso, e non sempre, gli elementi indicati
sono connessi da un filo di speranza in ascolto.
che spinge l’orecchio supposto in cuore
a dare alla luce il suo aspetto migliore.
Adesso, e non sempre, gli elementi indicati
sono connessi da un filo di speranza in ascolto.
Gil che ama la notte (elab. Ferdigiordano)
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