Esercizio di resistenza


Non che io abbia mai amato
le trame fitte del vento e voi sapete quanto
quando ruvida e umida
la sua lingua di meridione sbatta portoni, finestre
e pareti alte quanto il volo planato
del gabbianone sulla foce.
Così mi confonde questa dipendenza
dalle teorie inapplicabili sul sorgere e finire
inosservate da tutti gli elementi:
ho sempre tenuto serrata tra le mani
la paura di parlare a mezz’aria
e volare via come un polline
senza alcuna similitudine.

*

So come può andare un uomo
fuori luogo. E’ acqua senza peso
nebbia se si osserva la fluidità delle orme scomparse
dal Maghreb.

                     Tu non dormi, quindi non è il rumore
la voce che ti sveglia dal fondo del Med
- gamba liquida di tutte le rincorse
piagata dove piega in due l’accoglienza
e la schiena, bianca preghiera
nuda o solo scucita
l’anima dai palmi persi.

                       Ricordo la guancia esposta
alla spina del saluto adesso che spira anch'essa
nel sale fluido marino ceduta al legno marcio del ponte a battello
mentre la palma e l’ombra, vivono convinte, inascoltate
alla tua finestra.
Almeno esterrefatta, pensi al meno di me?

*

Accade verso mezzogiorno l'affondamento.
E’ terribile l’ombra quando si svuota di corpi: ogni cosa
perde dimensione quando scompare
la provenienza. Già!, il giallopadre
trapassa a malapena di visioni
la maschera di piombo che lo esclude: forse una tempesta
le nuvole sono tanto piene d'acqua che il sole
va spegnendosi e sostiene il vento
che c’è
siamo sicuri che c’è
se ritrovata la memoria sta nei riflessi come salvezza
se il postiglione sul calesse di cirri
trova la tua polvere dello stesso mistero del suo respiro

*

e si avvede della distrazione
di inventare vita senza farne parola.
Il tempo muta sulle meridiane
degli alberi come un frutto acerbo
negato instancabilmente
e a lungo le forme si qualificarono
attraendosi o rubandosi respiro
dal loro letto di magma. Ora che anch'io giungo
per deriva
al messaggio che ha attraversato
eoni insostenibili nel delirio di pelli, intimo:
non azzardatevi a contare
da quante morti matura
la sua eternità.

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