19 giugno 2021

Il velo bianco

 




Per adesso è quella stella turgida

dai lembi focosi a proporre lo spazio

come divisorio.

Qui intorno la rena è l’orizzonte degli eventi:

una generazione di cosiddette influenze

che illustrano pelli e perline 

come fuga dalla singolarità dei vivi e vegeti

Prendo sassi dalle strade interne

e li lancio dove vorrei colpissero per tempo. 

Rimbalzano sulla consistenza esterna

col desiderio che rappresentano: certo,

privo di freni è solo l’occhio con qualcosa dentro

- a volte aquila a volte remora

a volte chissà cosa gli prende

per trattenersi nell’orbita delle fedi.

Ma davvero porta lenti il mare spaesato

nel vederci ancora come mai

gli venimmo in mente?


Foto dal web, elab. ferdigiordano

9 giugno 2021

Al lavoro, fratello


Oggi ho disegnato un marchio. Il tizio 

mi ha scelto nel nome del padre nostro.

Non lo pregai di venire da me, come

non si invoca la sveglia nella notte.

Essere fratelli è stato a piedi nudi, 

ma non si sta in piedi da soli, fratello. 

La commissione parlava chiaro: devi metterci 

l'anima; però l'anima non si spiega a parole 

nè per grandi linee. Il simbolo sulla carta 

mena visioni per aria

così uno schizzo si riduce a vista. 

Ora, una matita è un’affettazione del foglio

mentre sul monitor scappa di mano. 

Qualcosa trae dal nero una forza luminosa.

Io trovo il simbolo e dentro altri simboli:

per ogni geometria illustrata dall’inchiostro,

l’estro adopera il punto in cui sono 

per generare i punti del creato.

C’è una melagrana, c’è un’onda, c’è l’ospitalità

del mare nostro che il padre appare disteso.

Il disegno mette mano ovunque, sequenzia

ogni figura complessa finché le grandi linee 

non raccontano altro: questo nistagmo 

lavora fino alla nuca e attornia 

privo d’arti, il mestiere di vivere;

e più difficilmente l’idea è resa.