E il Signore, vedendo Adamo solo e triste, ne
ebbe pietà ed a lui così si rivolse: "Adamo, che ne dici se ti procuro un
po' di compagnia?" E Adamo: "Non so, dipende da quanto mi
costola..."
Due giorni e due notti durò il dubbio di Adamo e poiché doveva
regolarsi potendo usufruire solo dell'alternarsi del sole alla luna, ben presto
gli fu chiaro che persino darsi un appuntamento col Padreterno risultava
difficile!
Si erano detti: "Risentiamoci tra due lune..." ,
ma rimaneva incerto se questo significasse "al terzo sole" oppure
"a cena a casa mia".Decise che forse era meglio la prima ipotesi:
d'altro canto, con tutta la fatica fatta dal Signore per creare l'universo, era
probabile che avesse un po' troppa fame per uno senza stipendio, nè sussidio
per la disoccupazione. "Anche questo è un argomento che dovrei chiarire
prima o poi," pensò Adamo.
Alla
base della trattativa c'era l'allargamento delle sue facoltà di volo - le ali
da pilota dopo un regolare corso nell'Aeronautica Angelica -, il diritto allo
studio con accesso al Sapere Universale - basta con l'agraria! -, il
diritto al riconoscimento del nome e della paternità - spesso si ripeteva
"chi sono io?", oppure "qual è il mio ruolo nella società
moderna?" E, peggio ancora: "se la mia casa è il Mondo, quanto mi
costerà riverniciare tutto?" in più lo zoccolo duro della trattativa, cioè
l'utilità della preghiera al posto della contrattazione paritaria (tratta
dall'ipotesi darwiniana che ammetteva la sua evoluzione sullo stesso piano
della non negazione della presenza dell'Altro)!
Quello che lo lasciava interdetto era il tono della frase “Ti
procuro una compagnia”.
“Troppo teatrale, – pensò Adamo, – o mantiene contatti non esattamente
edificanti o sta preparando qualcosa per restare da solo al comando…"
...E il Signore venne.
Ad annunciarlo fu il gran rumore che ruppe il silenzio in
mille piccoli silenzi. Difatti, ogni cosa: piante, animali, acqua e la pentola
sul fuoco, diventarono di colpo muti (non senza parole, perché non ne
possedevano, ma attoniti al cospetto di così universale eppur semplice
bellezza).
Zoccoli
olandesi ai piedi, rigorosamente bianchi perché puri, non rigorosamente puri
giacché l'ultimo tratto era stato costretto a camminare (Adamo sapeva che Lui è
in tutte le cose, ma per riunirsi spesso doveva cercarsi in giro). Aveva una
tunica più corta della sua barba - all'epoca c'era scarsità di forbici e
Gillette non aveva ancora provveduto a diffondere la sua invenzione.
Zoccoli bianchi, tunica bianca, barba bianca, capelli
bianchi cadenti... Insomma, anche per Dio il bianco era dominante! In più,
l'Onnipotente amava aspergersi con straordinari profumi paradisiaci che, in
talune occasioni, erano talmente forti da poter essere sniffati da lontano,
ragion per cui non si giocava mai a nasconderello dato che l'Uno era
immediatamente identificabile e l'altro uguale, totalmente indifeso alla Sua
Onniscienza.
Così Adamo poté sniffare anche quella sera e subito fu
preda di una dilagante allegria e totale perdita dei freni inibitori (tesi
sostenuta da Freud nel "Il mondo inconscio è l'inconscio del mondo?"
e più tardi ripresa da Mike Buongiorno ne "Il Rischiatutto e l'ipotesi
delle tre variabili nella Scelta Unica").
Questo stato di totale beatitudine che s'impossessò di Adamo al
cospetto dell'Altissimo - che poi "è un normodotato più o meno come
me", pensava Adamo che spesso e di nascosto si avvicinava di spalla a Dio
e lo misurava "Porterà una XL abbondante... e poi ci sono i tacchi degli
zoccoli olandesi... Non è poi così imponente 'sto Dio!" - rese l'aria meno
elettrica e calmò persino le greggi, che Adamo vedeva ora passare una ad una
sotto i suoi occhi ed istintivamente prese a contarle finché non cadde in un
sonno profondo e rilassante.
Fu la soave voce di Dio a svegliarlo, o il secchio
d'acqua che questi gli rovesciò addosso: "Insomma, non starai tutta la
sera a sognare Angelina Jolie!", il Signore accennerà poi a questo episodio
quando sulla montagna consegnò le Sacre Tavole a Mosè e più precisamente:
"Non desiderare la donna d'altri nè mostrati ad essa con fischi o
apprezzamenti per il suo chirurgo plastico" che aveva fatto dire a Mosè:
"Bé, forse il plastico per qualcuna ci vuole. Salterebbe prima agli
occhi!"
Svegliato di soprassalto dal getto d’acqua sul viso, Adamo
annaspò con le braccia che mulinavano intorno fino a colpire Dio con un
manrovescio che fece vacillare quest’ultimo e provocò la nascita del primo buco
nero nella straordinaria dentatura del Padreterno, suo orgoglio e vanto nei
confronti di tutte le Divinità che da lì a poco sarebbero nate.
Il Signore, pur se ancora intontito, si rivolse
all’uomo con un monito deciso: “Poiché non avrai altro Dio all’infuori di me,
sappiti regolare con il conto del dentista…”
Questa dichiarazione fu una vera condanna per Adamo, che
pure tentò una flebile reazione: “Ma, Signore… Giuro, non volevo… È stata del
tutto istintiva!”
Ma l’Uno non ammise scuse. Lo zittì con un solo
gesto della mano che parve una vera minaccia (oppure una richiesta di
risarcimento danni). L’uomo chinò il capo e in un moto di pentimento che gli
procurò non pochi problemi ai menischi, cadde in ginocchio e, da quella
posizione, farfugliò: “Tu sei il Signore Dio mio, non avrò altro Dio al di
fuori di te e per l’eternità sia fatta la tua volontà… Però, se mi è concesso,
almeno una volta lascia che io assista ad un film a luci rosse… Oppure una
puntatina a Montecarlo con un low-coast!”
“No!” Fu la rabbiosa risposta dell’Unico. “Dopo l’ultima
scorribbanda con le amebe, ho dovuto spendere tutte le elemosine per pagare
i danni in quella discoteca di Rimini!”
“O Onnipotente, tu sai com’è con quei monocellulari: basta un attimo e si
riproducono a milioni… Avevo dato fondo alle scorte di Coca e rum e mi sono
distratto… E sai che ho dovuto faticare non poco per rientrare nei parametri
dell’etilometro!... Infine, se mi è concesso, non è poi tanto bello che Tu
disponga gli Angeli della Strada alla prima curva! Gabriele è davvero una brava
persona, ma di coccio: – Documenti, documenti, documenti! Quando gli ho
mostrato la foglia di fico della quale Tu mi hai munito, voleva confinarmi
nella Geenna per offesa al pubblico pudore!”
“E poi, diciamocela tutta,” proseguì Adamo ormai fuori dalla grazia di Dio.
“Non è possibile che in pieno agosto io vada in giro ancora con ‘sta cosa
pungente tra le gambe! Non farà tanto freddo, ma sai come mi riduce i co… cioè,
l’inguine? Non è più comodo un boxer Bolso e Campana… Un bel completino
Ermani…”
“Taci! Taci!,” una violenta crisi isterica arrossò persino la lunga barba del
Solo, “hai nominato degli impuri! Degli empi! Dei lascivi! Non sai che coloro i
quali perseguiranno la via del peccato conosceranno il tormento del fico
eterno?”
La
sua rabbia era visibile e non ci fu chi non se ne accorse… I lupi soggiacquero
agli agnelli, gli agnelli si fecero lupi e acquisirono nuove joint venture, i
cavalli trovarono rifugio nei motori a scoppio, le tigri abitarono Mompracem, i
pappagalli finirono in ospedale, i serpenti ebbero gran paura e si mostrarono
vermi, gli ele-aviatori cambiarono corpo e diventarono ele-fanti, le formiche
nel loro piccolo si incazzarono… Poi, di colpo, fu calma e Adamo potè finalmente
aprire bocca anche se le tre banane split che aveva ingurgitato durante lo
sfogo, un qualche piccolo fastidio allo stomaco glielo avevano procurato:
“Signore, la tua furia ha ragione d’essere, ma …(rumore di stomaco) intanto si
divertono… (rumore di stomaco) poi, lo Yacht, Naomi, la posh girl, qui
invece?... (rumore di sedia nei denti) Ahi!, Visto che navigo in queste
acque, e che nei dintorni ci siamo tu ed io soltanto, non credi che il Mondo si
stia indirizzando su di una strada pericolosa?”
A questa obiezione, l’Onnipossente rimase Onninterdetto. Scuro in volto, capo
chino, lisciandosi la barba come amerà fare nei giorni in cui progetterà il
Diluvio Universale – gesto che permetterà a Noè di creare il famoso aforisma:
quando Dio si liscia la barba ogni pelo dell’Universo si rizza, e di qui poi
l’invenzione della ceretta - pronunciò quella frase che per Adamo divenne la
definitiva condanna, ma che lui ricevette come l’invito ad accompagnarlo al
supermercato: “Per te ci vuole una donna!”
Ora, il pover’uomo non sapeva cosa fosse una “donna”. Pensò si trattasse di
quegli aggeggi visti al superstore del bosco, dove era possibile infilare
piatti, stoviglie, foglie di fico sporche, la maglietta dell’Inter piena di
sudore e, persino, cibi congelati e ritrarli fumanti e morbidi. Il solo
pensiero di una simile meraviglia lo esaltò e rivolgendosi all’Onnicomprensivo,
si illuminò di speranza: “Sì, sì! L’ho vista al superstore del bosco e se
la prendiamo prima della prossima luna, ci regalano….”
“Ma no, ma no!” Si spazientì l’Onnirabbioso. “Io parlo di quella cosa con i
capelli lunghi, fluenti. Che ha lo sguardo dolce, affascinante. Il nasino
all’insù, la bocca morbida, le gambe affusolate, 90-60-90… E la tua carta di
credito ormai inservibile! Hai capito?”
“Ahem… Signore, credo di sì; ma che sia proprio tu a parlarmi di bambole
gonfiabili, mi sembra troppo!”
“Oh, Dio!, cioè: oh, Io! Ho impiegato sei giorni per fare tutto questo ben di
Mio e uno starnuto per creare te!... E ora mi accorgo che se avessi messo la
mano davanti alla bocca, lo sputo lo avrei evitato... sarebbe venuto tutto un
po’ meglio…”
Parole dure, certo, che però contenevano l'onniveggenza con la quale un padre, di norma, riprende dalla sua esperienza e niente hanno a che fare con il futuro dei figli tranne quando il genitore è un mago delle nuove scienze.
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver voluto partecipare a questo blog. Per prevenire azioni a danno degli Utenti, il commento sarà moderato, poi pubblicato.