26 luglio 2017

Esegesi del fuoco astrale




Dalla fiamma la pelle agguanta
una massa d’organi confusi a mente.
Come gusci si aprono pensieri: tirarli fuori
è abboccare all’esca, accordare i polmoni
a una sola atmosfera.  
Quale tizzone introdurrà l’inferno, quale voluta il paradiso?  
Il fumo fa credere che la compagnia avanza
e una donna, come crisostoma, scintilla con le labbra
sulla falsariga del fuoco. Divide qualcosa
da qualcuno, di colpo: me dalla soglia del sangue.
Il sangue dalla soglia dell’amore.
L’amore dalla soglia delle stelle.
Le stelle dalla soglia del corpo.
Il corpo sulla soglia del pianeta esagitato
esamina le vicinanze come un guscio.
E non se ne esce!
Non mi convincono più le costellazioni. Ossia
il tepore è una lente che allontana il contatto
dalla vista. Penetra in breve l’oscuro
ma lascia incerto il lume. Mi ha coinvolto

questa corbelleria, tutto qui.


Immagine dal web - riel. ferdigiordano

19 luglio 2017

Trascorsi




Il minuto è un ago curvo. Cuce il cuoio del giorno
come palloni da calcio del secolo scorso.
Io gioco a battimuro
con l’orologio che osserva rimbalzi cupi,
pure ne ripete le linee. Questa è monotonia.
Un uomo monotono è più marcatempo che meridiana:
il sole sulle aste fa un lavoro approssimato e vario,
con delicatezza collima ricchezze e miserie,
soprattutto a marzo, quando serve al verde.
Povertà è mancanza di lancette?
Che attinenza ha con la misura del tempo?
Allora c’erano strisce di ore affiancate senza tregua
e il sonno temeva la valvola
con la quale blocca la stella a quel giorno venuto meglio.
Oggi il tiro si è indebolito.
Avevo un bel destro.
Ma anche i sinistri non erano malvagi, difatti
sono ancora qui. Buone geometrie in difesa
ma conclusioni nulle. Perdere è mancare
l’aggancio quando il sacrificio è rinuncia.
E non insegui un sogno se non ti svegli.
Il filo resisteva anche all’acqua stagnante.
Ossia: ogni legame libera nell’umido bacio
la sua primordiale tenuta. La resistenza dei corpi.
si spiega con l’acciaio, ma l’uso del cotone
ferisce meno la pelle e il muscolo esterna
la tendenza dei glutei a rappresentare la fuga
da qualcuno da qualcosa. Ho una bella schiena,
posso dire, perché ho corso tanto. Il passo è, dunque,
un indicatore di vita.
A suo modo, il minuto cuce la pelle vizza e
l’incubo. La distanza percorsa da un punto
di vista a un punto di sutura è retta dallo
strappo. Mi sono divertito finché ho potuto.
Poi, scrivere è stata una conseguenza: come
l’ago che impiega minuti per chiudere i nodi
di tenuta. Voglio essere più chiaro: gioco
con le parole a battimuro. L’orologio continua
ad osservare rimbalzi che io stesso procuro
mentre annuncia il prossimo giro assicurando
il futuro: momento che taglia e cuce il sarto
nel buio.