Alle quattro del pomeriggio basta
moltiplicare per due quel che viene
per avere una sera con più porte.
Ogni porta è naturalmente chi so
e chi trovo. In giro a secondo
le lancette. Farne parte è umano
finché si dà corda, oltre tutto chissà.
Il buio maggiore viene dall'universo
che da est si svela e, fine lavoro, la vista
dal colle mostra il dorso del coccodrillo costiero.
Salerno è la sua bocca con tante case a denti stretti.
E tanta carie si fa strada.
Il buio minore è la speranza
con la quale chiedo soccorso alla voluta
di fumo, di volta in volta.
“Fatti nuvola!” Le urlo da lugliatico
con l'afa che pelle diventa liquida bava
come per una fresca concessione all’ecce stilla,
della quale si disse che diede a sorte
quest'homo.
19 luglio 2020
Ecco la goccia
Come va il rapporto
Il mio rapporto con il mare è in frantumi.
Troppi scogli tra noi (questo elemento
è irragionevole per sua natura
ma anche l’attrazione accasa
dove ha riva). E, nel rapporto, il sole
la fa da padrone, fino ad un certo punto.
Poi, la nostra intimità è andata a fondo.
Sappiate che tutto ciò che è esposto
si deteriora. La luce sbianca le tinte
più accese, l’intenso calore secca la fonte
dell’inestimabile anemone: e svuota
la spinta; e riaffiora l’abisso a bordo.
Si è deteriorato a causa del sole. Ormai
non facciamo che vederci nell’ombra
e per tenerlo tenero gli racconto
come calpesto la terra.
Oh, per carità!, evito prudentemente
di affrontare l’argomento, d’altr’onde.
Si direbbe un modo stupido per avvicinarlo
all’essere vivente, ma è più sciocco
come ho ridotto la sua vastità
nel perimetro dello scafo all’orizzonte.
E lì arenano gli occhi.