Foto dal web |
Certo,
amico, vorrei viaggiare; ugualmente
ho
paura del metallo spinto
dal
calcolo indescrivibile.
Mi
restano i vascelli. Altro metallo supponente.
Da
come si regge quell’anfora di vetro
che
pare una luna aperta in testa,
l’avventura
matura equilibrio
solo
nei colossi, ed è lenta.
Ma
se potessi frequentare
le
vene della terra, mi sposterei
di
città in città, farei la fila al binario.
Il
ticket come una profezia di vicoli
ciechi
che mi vedono passare.
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