21 gennaio 2021

Ti vedo incurata



In una casa sola, ho una stanza sola.

Tra una parete e l’altra c’è abbastanza spazio

per il corpo non per la mente 

malamente

corre dove il corpo non reggerebbe.

La finestra si rivolge a nord-est denigrando

il mezzogiorno appena adesso.

Il mezzogiorno è per ora

solo un punto del panorama. Qui 

la punta della pena

scrive la sua pagina di conseguenza.

La posizione ingombrante vizia 

il fabbricato e lo lega alla sua età 

come dovrebbe

un uomo maturo ai suoi piedi.

La loro vita si regge sulle pietre 

alla faccia del sole quando vi pioggia a sbafo.


Da bambino credevo di udirle gemere 

nelle mura a mezzogiorno.

È una debolezza che ritrovo

in ogni solitudine. La stanza nella casa

nel condominio nel quartiere dove la luna

si mostra a pezzi e talvolta neppure, si lamenta. 

I mobili vibrano 

se in soprassalto indovino la porta

ed esco in pensiero: siamo uomini, accidenti,

non solo spiritosi ma corpulenti.

Ti vedo incurata, cittadina

che non sei di aiuto ai ruderi 

rimasti, e qui, a cadere.



Foto dal web - rielab. Ferdigiordano

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