17 giugno 2016

Per natura dico più tardi



Alla base del pero selvatico sono cadute pere selvatiche.
Nella trappola della maturità abiurano il ramo preferendo
stare nell’erba o, udite udite!, con il negro della terra.
Questa polpa, ovvero questo ventre di zuccheri e acqua,
che avvallano in semi lavorati, ci rende uguali nel solco?

Alla base del pero selvatico giacciono le pere selvatiche.
Come provviste in un modo che pare casuale, confuso,
le formiche più lucide preparano riserve a lungo andare.
Il raccolto è una tregua al lavoro di qualsiasi cammino.
Come quei tizi muniti di fame al mercato, mentre salivano i resti.

Dal profondo cervello della pianta, dalle sue ventose filiformi
– che ventose non sono per l’anomalia del minerale a lasciarsi
attraversare da folate – fu dato l’ordine ai fiori di sbocciare
e farsi nettare dolce con un linguaggio di colpi secchi: “sì”, “no”,
escludendo il “forse”, o “più tardi”, oppure “fa’ come ti dico”.

Alla base del foglio selvatico sono venuto come le pere
a piantarla con tante parole per chiunque,
qualsiasi cosa questo voglia dire.

Immagine dal web

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