30 gennaio 2024


 Corre voce 


Corre voce che l’amore sia retrogrado

e che in solitudine l’uva si sposi con il vetro.

Il frutto è immancabilmente un bicchiere.

Sulla tavola sparsi grappoli seccati di brutto 

e pane trattenuto con durezza in luogo

della fraganza che accompagna mordere 

ciò che rimane del desiderio. Ho fame,

ma non è vera. Ho sete, ma non è sola.

La bocca sa di uva nera che secca 

pensarla fuori stagione; e il cuore, il cuore

è claudicante o ribatte con incertezza

se stesso per forza maggiore.  

Eppure l’uva più secca più dolce

conquista. Come l’amore 

o nel turno di notte la stella golosa. 

Ma la pancia ruglia e saliva il palato 

allungato all’uva così ristretta al seme. 

Niente da fare: l’amore è retrogrado 

per chi ti pianta.


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