23 novembre 2011

Questa città


Triste - e mi sorride -
l’angelo del posto mentre fissa
questo fuoco costiero
che prende ali dalla rena.

Le si imputa un’epopea mai sorta
come se il Tirreno non potesse altra epica
che i mori morti, la scimitarra dello sbarco e lo stupro
dell’acqua impagabile.
Ma io adoro queste cosce, di ginestra,
che mettono sul ventre una tormenta gialla
calmata venendo a volte saracene.

Questa città disancora la lingua immediata,
l’affonda e ne fonda diverse
mentre i muri addossano alle porte
il secco del collocamento.

Questa città con  le vele di asfalto
spinge l’orizzonte allo zigomo del mondo
un sorriso, certo: è il mio paese
che vuota il mare
se da sotto la spiaggia si alza.

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