Eri
dietro le mani. Tu entravi, ma prima
le mani
ricavavano spazio: la tua aria una nicchia
nella
camera e la poltrona subito.
Quella
poltrona bassa e consunta era votiva. Seduta,
crollavi
da un'altezza celeste. Da una volta
solo tua.
Sulla pelle grattata eri santa, ma di più:
madre
angusta e minuta, quasi finita.
Immagine dal web
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