Immagine dal web |
Guardo
il becco del passero da dove parte ogni volo.
È
così piccolo che neppure il sole vi entra.
Come
potrebbe un bacio? Oppure: appartiamoci
leggeri
sul gomito così dura meno della nuvola
il
timore che piova.
Qualsiasi
cosa accada in quel becco
non
sono parole vuote,
ma
riassunti che lasciano i dettagli in natura.
Sono
continui richiami – penso
alle
piccole altezze femminili –
ai
lucernai tra le foglie,
alla
grandiosità del verbo appartiamoci
che
non si può dire a chiunque.
Nemmeno
a se stessi in un prato a giorno.
Occorrono
tante parole per tessere verde e viole:
un
senso fuori dal comune
adatto
per far nascere qualcosa.
Ma
lui schizza improvviso al traliccio,
guadagna
quota e resta minuto
un’ora
per volta. Saggiamente
coincide
al luogo – posto il luogo
abbia
l’alta tensione
al
pensiero di altri voli.
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