Sul vetro
un serpentello d’acqua cresce in corsa.
Se i pensieri si mettessero in moto da soli
i miei farebbero un corto circuito.
Sperpero l’attesa
segnando i vapori che catapultano la stanza
in una nebbia lattiginosa.
E seguo gabbiani con due curve
unite in un vertice basso che simula
il becco o lo sterno
sui quali ogni velleità si fa rotta.
So che ogni casa è dotata
di un ingresso nel mondo scambiata
per l’uscita fino ad un certo punto.
Quasi senza saperlo, il pensiero è già
rientrato e si accomoda dietro il rettilario
come alla finestra. Dove ancora pioggia
prima che ci passi sopra.
Immagine dal web, rielab. Ferdigiordano
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